Calcio: lo stile di gioco posizionale

di Massimo Lucchesi


Lo stile di gioco posizionale è una filosofia utilizzata dai più grandi giocatori di scacchi già a partire dalla seconda metà del 1800. L'obiettivo è quello di sfruttare la migliore posizione dei pezzi sulla scacchiera per prevalere sull'avversario. 

Attraverso il gioco posizionale si privilegiano piccoli vantaggi incrementali, lenti tatticismi per acquisire la supremazia sul campo di battaglia. E' un modello di gioco scientifico, cauto e pragmatico in cui lo sviluppo ma anche la prevenzione assume un'importanza rilevante.

Il giocatore posizionale preferisce il controllo a distanza delle caselle sulla scacchiera e avanza solo se può farlo in modo organizzato, sicuro, stabile. Il suo sogno è un pezzo in posizione strategica che l'avversario non può scalzare: un cavallo avanzato, un alfiere centrale, una torre dominante. Gioca d'attesa, può ripetere a lungo mosse noiose prima di sferrare un attacco calcolato.

In sintesi, lo stile di gioco posizionale ha come fine quello di creare, mossa dopo mossa, piccole debolezze nello schieramento avversario per poi sfruttarle in un momento successivo e trasformarle in un vantaggio tangibile.

Negli scacchi, allo stile di gioco posizionale, si contrappone quello combinativo che è più immediato, cruento, veloce a attraverso scambi serrati fra pezzi sulla scacchiera, spesso originati dal sacrificio di uno o due pedine, mira a generare dei vantaggi a breve termine che sommati gli uni agli altri possano portare alla vittoria.

Attraverso il gioco posizionale si privilegiano piccoli vantaggi incrementali, lenti tatticismi per acquisire la supremazia sul campo di battaglia. 

IL GIOCO POSIZIONALE NEL CALCIO

Anche nel calcio il gioco posizionale poggia su considerazioni strategiche (e sviluppi estremamente elaborati) che, prendendo in esame la disposizione e le debolezze avversarie, descrivono il modo per trarne il massimo vantaggio.

Tramite opportune manovre e l'abilità nella gestione della palla, i giocatori acquisiscono e occupano posizioni dominanti, mentre la squadra difendente è obbligata a collocare i propri "pezzi" in posizioni difensive, spesso passive.


Dislocazione e gestione della palla: due elementi essenziali.

Il punto di partenza è una dislocazione (migliore rispetto all'avversario) che ci permetta di controllare il centro del campo. Il presupposto fondamentale è invece il possesso del pallone.

Il possesso del pallone viene esaltato e potenziato dal valore (qualità) del giocatore.

Chiaramente più il giocatore è tecnicamente abile e più efficace è l'esecuzione dei vari gesti tecnici, inclusi passaggio e ricezione che sono alla base della collaborazione.

Il valore del singolo giocatore non dipende però solo dalle sue qualità intrinseche ma da ulteriori fattori che il gioco posizionale tende a esaltare e potenziare.

Tutto ciò accomuna il calcio agli scacchi, dove il valore di un pezzo dipende principalmente:

  • dal suo valore intrinseco (la Regina, ad esempio, vale più di ogni altro pezzo)

  • dalla sua capacità di cooperare con gli altri

  • dalla sua collocazione

  • dalla sua stabilità

  • dallo spazio a disposizione.

Attraverso l'applicazione dei principi del gioco posizionale e l'abilità nella gestione della palla, i giocatori acquisiscono e occupano posizioni dominanti, mentre la squadra difendente è obbligata a difendersi, spesso in modo passivo. 

Il concetto di cooperazione.

Così come per gli scacchi anche nel calcio la cooperazione rinforza reciprocamente i valori dei giocatori (pezzi) coinvolti e tutto ciò può sfociare in manovre più complesse ed efficaci.

La cooperazione avviene all'interno di specifiche strutture di cui il giocatore fa parte.

Le strutture possono essere lineari o poligonali.

In quest'ultimo caso le strutture posso essere costituite da tre, quattro, cinque elementi e prendere la forma di triangolo, rombo, pentagono e trasformarsi nella forma e nella composizione durante il gioco.

Le strutture sono la forma concreta attraverso la quale i giocatori riescono ad organizzarsi per attuare sul campo i principi del gioco posizionale e hanno la caratteristica fondamentale di valorizzare vicendevolmente le qualità dei singoli.

La collocazione del giocatore all'interno delle strutture.

La collocazione dei giocatori all'interno delle strutture è un ulteriore aspetto che influisce sulle interazioni e di conseguenza agevola sia il possesso che lo sviluppo della manovra. Anche un solo "pezzo" mal collocato può far soffrire tutta la struttura e limitare la cooperazione sia da un punto di vista dello sviluppo tattico (il giocatore viene meno perché è ad esempio in zona d'ombra) sia da un punto di vista tecnico (il giocatore è distante).

Allo stesso tempo coinvolgere nella struttura più giocatori rispetto a quelli necessari a far saltare le difese avversarie è inutile e inopportuno.

Per comprendere a fondo come collocare bene i propri "pezzi" è fondamentale riconoscere lo scenario e di conseguenza valutare costantemente la disposizione e l'occupazione dello spazio da parte degli avversari (che chiaramente si muovono).

In questo esempio, partendo dalla grafica di uno specifica situazione di gioco, vediamo come il giocatore della squadra bianca all'interno del cerchio sia in una posizione chiave.

Questo elemento si trova infatti al centro della struttura creata dai possessori sul centro-sinistra ed è in una posizione tale che può collaborare sia con i due attaccanti (che tengono impegnati i difensori avversari), che con il laterale di sinistra.

In particolare, in relazione alla scelta del possessore, il giocatore al centro della struttura può creare superiorità numerica sia sull'interno che sull'esterno.

A seguire vediamo, in teoria, due possibili sviluppi a seguito dell'apertura di un fronte di gioco interno. 

Nel primo caso, vedi grafica a seguire, la palla è imbucata per l'attaccante che trova a sostegno il giocatore al centro della struttura (opportunamente disposto alle spalle dei centrocampisti avversari).

Nel secondo caso invece la palla viene direttamente indirizzata sul giocatore al centro della struttura che, dopo controllo orientato, può proseguire in percussione o servire in profondità i compagni.

E' giusto evidenziare che le giocate interne descritte hanno più valenza teorica che pratica essendo non proprio ideale la distanza che intercorre tra il possessore e i compagni. Di conseguenza è più logico pensare di utilizzare il binario laterale.

Anche nel caso di passaggio in direzione dell'esterno, la struttura posizionale creata dalla squadra bianca è in grado di mettere in difficoltà l'avversario, come si evidenzia dalla grafica a seguire.

Il laterale riceve palla e va a servire il giocatore tra le linee che si defila come mostrato nell'immagine.

Nell'ultimo esempio vediamo invece che il laterale, anziché andare a ricercare immediatamente il passaggio per il compagno che si è defilato, preferisce giocare verso l'interno per uno dei due attaccanti.

Questa soluzione obbliga i difensori rivali a rimanere vicini tra loro e crea le migliori condizioni per l'inserimento laterale. Occorre per altro rimarcare che, nel caso in cui l'attaccante dovesse subire l'anticipo, la squadra bianca non è nelle migliori condizioni per riaggredire. 

Per concludere la disamina è importante evidenziare la squadra bianca ha costruito una struttura posizionale interessante per giocare su un doppio binario verticale mentre manca completamente la struttura per attivare il cambio lato a causa di un problema di mal collocamento.

Il giocatore posto nei pressi del centrocampo avrebbe infatti dovuto essere molto più vicino al possessore per poter essere coinvolto in uno sviluppo che ha come finalità il cambio gioco. Corretta è invece la posizione del laterale di destra che è ben disposto in campo. Tutto ciò ci aiuta a ricordare che un pezzo mal collocato rende inefficace tutta la struttura. 

La stabilità della struttura.

Proseguendo nell'analisi dei fattori che incidono sul rendimento del giocatore (e di conseguenza agevolano il possesso palla) passiamo ad analizzare il concetto di stabilità della struttura.

Le diverse strutture, pur variando nel corso della partita per composizione (numero) e collocazione, agevolano la resa del giocatore quando sono stabili e i "pezzi" riescono a sostenersi e valorizzarsi vicendevolmente, gli uni con gli altri.

La stabilità della struttura dipende dalla distanza tra i pezzi (giocatori) e dal loro livello tecnico. Se distanze e abilità tecniche non sono adeguate le struttura diventa fragile e perde conseguentemente di efficacia.

Anche un solo "pezzo" mal collocato può far soffrire tutta la struttura 

Spazio e tempo.

Lo spazio a disposizione, sia nel calcio che negli scacchi, è una variabile che ovviamente agevola la resa del "pezzo". Più spazio di manovra si possiede e più semplice è incidere.

Per concludere, essendo il calcio non uno gioco a mosse alternate come gli scacchi, è fondamentale considerare il tempo. Maggiore è il tempo a disposizione e più il giocatore è agevolato nel leggere il gioco, eseguire il gesto tecnico o prendere posizione. 


Possesso palla, distanze, interazioni e strutture, mobilità, imprevedibilità e riaggressione.

Il possesso palla agevola lo sviluppo di una manovra lenta e avvolgente che a sua volta favorisce il mantenimento di distanze corte tra i giocatori in campo e tutto ciò consente sia la generazione di più strutture (proprio per la vicinanza dei giocatori) che la trasformazione (numerica e posizionale) delle strutture stesse, con alcuni giocatori che si muovono (passano) da una struttura all'altra.

Tali presupposti conferiscono mobilità alla squadra. Tutto ciò sfocia in imprevedibilità della manovra, con la conseguenza di rendere complicate le pressioni e il pressing avversario, costringendo la squadra rivale a retrocedere sul campo.

In aggiunta a tutto quanto descritto, la vicinanza tra i giocatori (e le varie strutture) garantita dal possesso palla è un ulteriore presupposto che consente di reagire e riaggredire in maniera ottimale (tutti insieme è meglio che uno o due alla volta) quando l'avversario intercetta la sfera.

Il tutto in condizioni di maggiore lucidità, specie se il possesso palla è stato sufficientemente prolungato, ed efficacia, in quanto gli avversari hanno bisogno di tempo per aprirsi, disporsi adeguatamente e prendere in mano il pallino del gioco attraverso il possesso e l'occupazione della fascia centrale del campo.

Strutture e fronti di gioco.

L'essenza del gioco posizionale è quella di creare e sfruttare strutture vicine tra loro per aprire almeno due fronti dove poter sviluppare il gioco, in base alle scelte difensive dell'avversario. A breve vedremo un chiaro esempio di questo concetto. 

Come detto, i presupposti fondamentali, che consentono ai giocatori di generare non solo la struttura principale (quella che nel momento specifico gestisce il pallone), ma anche quelle di supporto (per poter utilizzare più binari di gioco), sono relativi a distanze e posizionamento dei singoli.

 IL DOPPIO FRONTE DI GIOCO ALLA BASE DEL GIOCO POSIZIONALE

Nel gioco degli scacchi uno dei modi per mettere in difficoltà l'avversario è quello di creare una minaccia. In particolare il piano diventa efficace quando riusciamo a mettere in atto una doppia minaccia (attacco doppio) contemporanea: in quest'ultimo caso per l'avversario sarà impossibile difendere su due fronti e potremo acquisire un vantaggio a volte decisivo. Gli step dell'attacco doppio negli scacchi sono i seguenti:

1. Si crea una prima crepa nella struttura difensiva rivale e si attacca la "zona debole" per testare la reazione avversaria e eventualmente scardinare le forze nemiche;

2. In contemporanea si genera un'altra debolezza in un altro settore della scacchiera;

3. Se il primo attacco viene neutralizzato (come probabile) si assalta la seconda debolezza, determinando il cedimento della struttura avversaria.

Nel calcio gli allenatori che basano la propria organizzazione sul gioco posizionale perseguono, in larga parte, gli stessi principi utilizzati negli scacchi.

Per capire meglio il concetto andiamo ad estrapolare da un mio articolo pubblicato sulla rivista Tactical-Lab (n° 20), l'analisi della seconda rete realizzata del City di Guardiola nella gara casalinga di Champions contro il PSG.

Rodri, nei pressi del cerchio di centrocampo, riceve palla da Ruben Dias e apre a destra per Mahrez che riceve sui piedi.

Con la linea difensiva francese assestata sui 30 metri è Gundogan che va ad attaccare la "casa" alle spalle del terzino sinistro del PSG, Mendes.

La minaccia portata dal centrocampista tedesco obbliga Gueye a ripiegare, sgomberando la propria "casa".

A quel punto Mahrez ha almeno due opzioni di gioco per permettere al City di mantenere l'iniziativa e perseverare nell'affondo: guidare "dentro" per occupare la "casa" liberata da Gueye o servire Gundogan, in profondità, nella casa alle spalle di Mendes.

L'attaccante del City privilegia la seconda opzione e gioca in avanti per il centrocampista tedesco.

Gundogan, una volta ricevuta palla sotto la pressione di Gueye, da prima una rapida occhiata in area per capire se ci sono compagni pronti a ricevere il traversone.

Visto che in area non ci sono compagni pronti a ricevere il cross, Gundogan decide di cambiare senso e giocare all'indietro sui piedi di Mahrez, posto a sostegno.

L'ala del City riceve nei pressi dello spigolo dell'area di rigore ed è subito pronto per sviluppare l'affondo sul lato opposto dove il City ha costruito una la seconda minaccia, avendo rafforzato la struttura pedonale sulla parte sinistra dell'area di rigore.

Bernardo Silva si è infatti proiettato nella "casa" alle spalle di Hakimi che è bloccato dalla posizione di Gabriel Jesus; il City con l'inserimento "largo" del centrocampista portoghese, a sopporto di Sterling e Jesus, ha di fatto creato la superiorità numerica rispetto ai difensori del PSG Hakimi e Marquinhos.

Mahrez serve proprio Bernardo Silva, nella "casa" alle spalle di Hakimi.

Il centrocampista portoghese potrebbe provare a concludere a rete a pochi metri dalla porta ma essendo in posizione defilata preferisce servire Jesus che è libero di ricevere nella "casa" precedentemente occupata dall'ex terzino dell'Inter. 

Per l'attaccante brasiliano non è difficile trafiggere Navas e portare in vantaggio il City.

sequenza di immagini tratte dalla partita trasmessa da SKY
sequenza di immagini tratte dalla partita trasmessa da SKY

L'essenza del gioco posizionale è quella di creare e sfruttare strutture vicine tra loro per aprire almeno due fronti dove poter sviluppare il gioco

Dall'analisi del goal è possibile cogliere molti dei particolari relativi al concetto della doppia minaccia, contestuale all'utilizzo di due strutture di gioco alternative.

Il City, con l'inserimento di Gundogan ha infatti creato una minaccia sulla parte sinistra della linea difensiva rivale. Ha "lavorato" sulla reazione avversaria con Gundogan che è ritornato su Mahrez e contemporaneamente ha generato una seconda debolezza nel settore opposto scacchiera.

La doppia minaccia ha portato al collasso della struttura difensiva del PSG e permesso alla squadra di Guardiola di finalizzare una azione molto bella.


Per concludere: ecco come raggiungere gli obiettivi del gioco posizionale, riconoscendo gli scenari e collocando adeguatamente i "pezzi"

I principi del gioco posizionale aiutano i giocatori nell'organizzarsi per comprendere come manipolare (e sfruttare compiutamente) le diverse strutture, relazionandole tra di loro per mantenere il possesso del pallone e far progredire l'azione all'interno dei vari scenari che contraddistinguono il ciclo del gioco.

Ciò premesso, così come la cooperazione tra i "pezzi" in campo potenzia il valore intrinseco degli stessi, allo stesso modo la relazione tra le diverse strutture ci consente, come già più volte evidenziato, di aprire più fronti del gioco, agevolando lo sviluppo generale della manovra, in base alle scelte difensive fatte dall'avversario.

Quando nel campo la struttura che "controlla" il pallone non può o non viene supportata dalle altre ecco che invece gli sviluppi si riducono alle specifiche combinazioni che i giocatori possono attuare all'interno del singolo impianto e la squadra perde di efficacia.

Per raggiungere questi obiettivi fondamentali, il possesso del pallone deve inoltre essere abbinato a giusti tempi e corrette scelte di gioco.

il tutto con lo scopo di conquistare zone strategiche dalle quali finalizzare i vantaggi incrementali acquisiti attraverso la manovra posizionale e eventualmente gestire efficacemente la transizione, quando la manovra non viene finalizzata. 

Nello sviluppo del gioco posizionale le strutture rappresentano l'impianto (geometrico) che consente ai giocatori di relazionarsi tra di loro per soddisfare le finalità di gioco, all'interno dei diversi binari.


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