La costruzione e la gestione dell'esercitazione.

10.01.2023

di Massimo Lucchesi

Le esercitazioni rappresentano il principale mezzo di allenamento nel calcio. Attraverso le proposte didattiche l'allenatore trasferisce i suoi principi alla squadra, sviluppa le qualità dei giocatori e li prepara alla partita. Per risultare efficaci è fondamentale che le esercitazioni abbiano caratteristiche specifiche e siano create a regola d'arte.

Oleh Dubyna / Shutterstock.com
Oleh Dubyna / Shutterstock.com

Troppo spesso gli allenatori prendono spunto e riproduco le esercitazioni viste sui libri, sulle riviste specializzate e su internet senza entrare nei dettagli della didattica.

Cercare di migliorare il proprio metodo attraverso la visione di esercitazioni altrui è importante ma il vero beneficio si ottiene solo riuscendo a sviscerare ogni particolare della proposta didattica specifica.

In questo contributo cerchiamo di fare un po' di ordine e mettere a punto le varie informazioni che un allenatore deve seguire quando costruisce e utilizza l'esercizio.

La funzione principale della proposta didattica.

Nel gioco del calcio sono molteplici i fattori che contribuiscono alla perfromance.

Per semplicità e per definire un punto di partenza possiamo iniziare dallo scomporre la performance individuale da quella collettiva. Si tratta di una scomposizione che ci aiuta a semplificare le cose e che ha valenza solo sul piano teorico in quanto sappiamo che le prestazioni individuali arricchiscono (o possono limitare) l'espressione di gioco e il rendimento del collettivo così come siamo bene a conoscenza del fatto che l'organizzazione e i sincronismi di squadra possono avvantaggiare il singolo nello svolgimento delle sue mansioni.

Premesso ciò, quando l'allenatore va a costruire una determinata esercitazione deve avere ben presente quale sia la funzione, la finalità principale dell'esercizio.

Per ciò che concerne il piano individuale l'esercizio può avere l'obiettivo prioritario di sviluppare o migliorare abilità tecniche, qualità atletiche, attitudini caratteriali, componenti tattiche.

Per quello che invece riguarda l'organizzazione del collettivo l'analisi è ancora più ampia e può essere relativa allo sviluppo del modello di gioco (ovvero i codici attraverso i quali i giocatori si rapportano tra di loro per risolvere i vari contesti tattici), così come può includere lo stile di gioco, ovvero l'espressione complessiva che comprende una valutazione del rendimento sia da un punto di vista atletico che caratteriale.

La semplificazione (scomposizione) come fattore che favorisce l'apprendimento.

La chiave per agevolare il transfer delle informazioni o comunque delle competenza da acquisire è, almeno nella fase iniziale, la semplificazione.

Scomporre in step i vari "passaggi" che contribuiscono al raggiungimento dell'obiettivo finale è fondamentale e ciò vale sia in ambito individuale che collettivo.

Quando è necessario, per ciò che concerne il singolo calciatore si può passare dall'allenamento di uno specifico gesto tecnico a una sequenza più ricca, mano, mano che l'acquisizione e il consolidamento degli schemi motori si perfezionano.

Da un punto di vista collettivo si può iniziare con lavori a gruppi, di reparto o catena, per poi passare a due  reparti e infine alla squadra.

Un'accortezza fondamentale, da tenere in considerazione quando si "smonta" la complessità del gioco, è relativa al fatto che il giocatore non deve percepire di effettuare un esercizio astratto da qualsiasi contesto ma, all'opposto, deve rilevare la specificità del lavoro.

Proporre un esercizio che il giocatore trova come decontestualizzato è un errore in quanto l'apprendimento che ne consegue è chiaramente limitato.

L'analisi delle funzioni secondarie.

In molte esercitazione, specie se complesse, è importante ragionare non solo sul raggiungimento dell'obiettivo principale (che resta lo scopo prioritario) ma anche sul conseguimento di tutti gli obiettivi correlati, siano essi di carattere fisico, tecnico, caratteriale.

Per riuscire nell'intento è basilare che l'allenatore conosca esattamente tutti i prerequisiti che concorrono alla riuscita dell'esercitazione e che, prima dell'inizio del lavoro comunichi ai giocatori non solo le "regole" dell'esercizio ma anche le funzioni della proposta e le prerogative che è necessario mettere in campo affinché l'esercizio sia allenante.

Tutto ciò serve non solo a responsabilizzare il giocatore ma anche a renderlo conscio delle mansioni che deve eseguire con attenzione e grande accuratezza.

Ad esempio, in un semplice gioco di possesso in posizione è fondamentale sottolineare come la proposta sia correlata con la partita attraverso una certa dislocazione in campo, la facilità con la quale i giocatori si trasmettono la palla, lo sviluppo delle capacità di scegliere ed eseguire il gesto tecnico (o la pressione), ecc. e che l'esercizio stesso "funziona" se ogni singolo giocatore esegue gesti tecnici di qualità, i tempi di gioco vengono rispettati, le distanze sono ottimali, il posizionamento e l'orientamento del corpo è adeguato, la volontà di recuperare il pallone (da parte dei giocatori difendenti) è evidente e persistente.

"Perdere" trenta secondi per "presentare" il lavoro significa diminuire di molte ore il tempo di apprendimento rispetto a coloro che non usano identiche accortezze.

Coinvolgimento e carico.

Un ulteriore aspetto che l'allenatore deve valutare attentamente è relativo a quanto la proposta sia coinvolgente e al carico, sia fisico ma anche mentale, che la caratterizza.

Una esercitazione stimolante e che i giocatori eseguono con piacere ha oggettive ripercussioni sia sul carico mentale e, conseguentemente su quello fisico (i giocatori sono naturalmente propensi a "lavorare").

Allo stresso tempo, una esercitazione particolarmente dispendiosa da un punto di vista fisico, ha anch'essa ripercussioni evidenti sul piano mentale (i giocatori devono misurarsi, anche emotivamente, con le difficoltà).

Per ciò che concerne il carico mentale è opportuno suddividere lo stesso in carico cognitivo e carico emotivo.

Il carico cognitivo fa riferimento alle informazioni che la memoria di lavoro del giocatore deve elaborare per la riuscita dell'esercitazione.

Il carico emotivo è invece correlato con lo stress che il giocatore deve essere in grado di sopportare durante lo svolgimento della proposta, per raggiungere certi tempi o anche semplicemente rapportandosi con i compagni.

Una serie di ripetizioni sui 400 metri è una esercitazione che non ha ripercussioni sul carico cognitivo mentre ha grande valenza sul piano fisico ed emotivo.

Una partita in spazi ampi esercita un certo carico sul piano cognitivo, può avere la stessa validità sul piano fisico ma non ha lo stesso impatto dell'esercizio precedente sul piano emotivo.

Questo è in fattore di cui sicuramente l'allenatore deve tener conto in quanto l'obiettivo è quello di preparare giocatori e squadre pronte sia sul piano fisico, su quello tecnico-tattico ma anche e soprattutto sul piano emotivo e caratteriale.

Gli step per costruire la sessione

  • Definire l'obiettivo principale

  • Valutare il materiale umano a disposizione

  • Determinare le risorse (set up: spazi, materiali, ecc.)

  • Definire gli obiettivi correlati

  • Specificare i carichi

  • Ponderare i tempi (e i recuperi)

  • Descrivere gli obiettivi da evidenziare ai giocatori